O rraù tratto dal film Sabato, domenica e lunedi

Il film che ho scelto per la raccolta di Elle, “Ricette da film “, è un film per la televisione uscito agli inizi degli anni 90 con la regia di Lina Wertmuller, interpretato da Sofia Loren, Luca De Filippo, Luciano De Crescenzo e tanti altri grandi artisti. Il film è tratto da una commedia di Eduardo De Filippo, ambientata alla fine anni 50, l’autore aveva già portato nei teatri questa opera, e dalla quale, nel  1963  era stato tratto un film  diretto ed interpretato  dallo stesso autore, nel ruolo di Rosa c’era la grande Regina Bianchi.  La Wertmuller ambienta il film negli anni 30 a Pozzuoli, la trama ruota intorno alla preparazione del ragù, il sabato  donna  Rosa assieme alle sue domestiche, entra nella macelleria per comprare la carne per il ragù, da qui una discussione, con le altre clienti  sulle varie scuole di pensiero riguardo alla  preparazione del ragù. La trama della commedia è basata sulla gelosia dei due protagonisti, i coniugi Priore. 

Secondo il professor Ianniello (Luciano De Crescenzo), l’origine del bradisismo che da secoli interessa la zona di Pozzuoli è la grande madre, la terra. Da qui inizia a fare grandi complimenti a Donna Rosa (Sofia Loren) e dice che anche fra le donne comuni ci sono grandi madri come, ad esempio, Rosa Priore, famosa per il suo ragù che comincia a preparare il sabato per il pranzo della domenica. Intanto suo marito, Domenico Priore (Luca De Filippo), sentendosi trascurato dalla moglie, pensa che lei lo tradisca con il professor Ianniello e decide di svelare i suoi sospetti nel corso del pranzo della domenica al quale sono invitati anche i coniugi Ianniello. La sua rivelazione provoca lo sconcerto generale e lo svenimento di Rosa ma l’intervento affettuoso della figlia Giulianella riporta la pace tra i coniugi e con la famiglia amica.

Mi piace l’ambientazione del film, perchè rispecchia effettivamente la domenica nella casa napoletana. O’rau è il piatto tipico della nostra domenica, le famiglie si riuniscono e mangiano insieme e si gustano questo piatto che non è una portata semplice, ma è Napoli……. ebbene si noi la domenica ci mangiamo Napoli. Nei vicoli di Napoli la domenica mattina, si sente l’odore del ragù che sprigiona da ogni casa è una vera poesia. Nella prefazione del libro “FRIJENNO MAGNANNO” lo scrittore Luciano De Crescenzo parla del ragù e dice:  “… il principio di base  sul quale  a Napoli viene edificato un ragù è costituito dal fatto che colei che lo prepara deve amare intensamente almeno una delle persone a cui questo ragù è destinato…”.

Anche io tutte le domeniche preparo il ragù, con pezzetti, salsicce, braciolette sia di carne sia di cotiche, tracchie di maiale e non mancano in ultimo le polpette. In un tegame possibilmente di coccio si mette abbondante olio di extra vergine di oliva e una cipolla tritata e si inizia a soffriggere, poi si aggiunge la carne, le braciolette condite con aglietto tagliato finemente, prezzemolo tritato, formaggio pecorino e parmigiano grattugiato, uva passa e pinoli e  un poco di pepe, la bracioletta si lega con spago da cucina e si unisce al soffritto. Questa parte della cottura è importantissima, il soffritto va girato continuamente, la cipolla deve consumarsi e non bruciare poi si bagna con un bicchiere di vino e si lascia evaporare. In ultimo si versa il pomodoro pelato e passato, c’è chi aggiunge del concentrato ma a me personalmente non piace molto. A questo punto inizia la cottura lenta e lunghissima, regolare di sale e mettere a cuocere a fuoco bassissimo, il ragù dovra’, come si dice a Napoli, pippiare parola onomatopeica che ben descrive il suono del ragu’ che cioe’ dovra’ sobbollire a malapena,  coprire con  un coperchio il tegame, senza chiuderlo del tutto. Questa fase, può durare in teoria anche cinque ore, il pomodoro deve cuocere e sopra deve rinmanere uno strato di olio. Una mezzoretta prima di spegnere, si friggono le polpette e si mettono nella pentola del ragù, devono solo insaporirsi, non devono cuocere molto. A fuoco spento si aggiungono delle foglie di basilico fresco. Con il ragù si condiscono molti tipi di pasta, rigatoni, zitoni spezzati, penne a candela, paccheri, schiaffoni ma nel film vengono menzionate le candele di Gragnano  spezzate,  anche a me piacciono tantissimo. Eduardo De Filippo rende omaggio, al ragù napoletano nella  commedia Sabato, domenica e lunedì,  con una sua poesia. 

O’rraù

‘O rraù ca me piace a me
m’ ‘o ffaceva sulo mammà.
A che m’aggio spusato a te,
ne parlammo pè ne parlà.
io nun songo difficultuso;
ma luvàmmel’ ‘a miezo st’uso

Sì,va buono:cumme vuò tu.
Mò ce avéssem’ appiccecà?
Tu che dice?Chest’ ‘è rraù?
E io m’ ‘o  mmagno pè m’ ‘o mangià…
M’ ‘ a faja dicere na parola?…
Chesta è carne c’ ‘ a pummarola.

Dal libro L’oro di Napoli di Giuseppe Marotta  ho tratto questa citazione:

” Da quanti secoli, ogni domenica, come la messa sugli altari, ricorre il ragù sulle mense napoletane? Fin dalle primissime ore del mattino un tenero vapore si congeda dai tegami di terracotta… Il cielo di Napoli presiede alle sorti del ragù, perché il ragù non si cuoce ma si consegue, non è una salsa ma la storia e il romanzo e il poema di una salsa… In nessuna fase della cottura deve essere abbandonato a se stesso; come una musica interrotta e ripresa non è più una musica, così un ragù negletto cessa di essere un ragù e anzi perde ogni possibilità di diventarlo.”

Con questa ricetta partecipo alla raccolta “Ricette da film” di Elle

12 Risposte a “O rraù tratto dal film Sabato, domenica e lunedi”

  1. ciao carmen da buone napoletane sappiamo bene quanto è buono il rraù!!!!!ottima scelta per la raccolta molto bello anche il film…baci imma

  2. ehehe Carmen.. grazie per la tua aprtecipazion alla raccolta e.. che dici, tu, Dida ed io ( eh, sì, perchè, come t’ho anticipato al telefono, parteciperò con la ricetta del ragù napoletano alla raccolta di Paola de il_cercat0re) rifaremo, tra noi, la sceneggiata che fanno le popolane in macelleria?
    ahahahhahahahahhaha, solo l’ idea mi fa accappottare dal ridere! :-))
    Un bacio, a presto

  3. E cos’altro c’è da aggiungere..solo un inchino a maestà o’rraù
    e a tanta maestria….
    perfetta scelta..film che ho scoperto un ferragosto piovoso di pochi anni, che mi ha fatto commuovere fino alle lacrime…
    Anche per me il ragù è pregno di simboli….è la mia appartenenza a questa meravigliosa gente della Campania…è l’addore che esce dalle case….il ticchettio degli ziti spezzati ….è Casa.
    Grazie ciao

  4. carmen,
    ero venuta da te per dirti di pubblicare la tua ricetta ma vedo che tu, giustamente lo hai già fatto, come ho scritto nel mio post, il ragù è anche un piatto ‘soggettivo’, infatti, il nostro è diverso, quindi non preoccuparti e poi … guarda … non ho nessuna velleità … eh eh eh ho partecipato proprio perchè la raccolta mi piaceva tanto e perchè si trattava di Luisa …
    un abbraccio forte e spero di incontrarti presto!
    dida

  5. Bellissimo post. Io il ragù lo preparo in maniera differente, come si sa la ricetta varia moltoda zona a zona.
    Il tuo rraù è decisamente squisito.
    Un abbraccio,
    Stefano

  6. Complimentiiiiiii Carmen ottima scelta!
    Il mio ragù è molto simile al tuo, io non metto le polpette, invece metto la gallinella di maiale.
    Non lo faccio molto spesso, perchè alle ragazze piace il sugo per condire pasta, gnocchi, cannelloni, lasagne, ma la carne no, quindi tocca a me e mio marito mangiarla!

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