Casatiello dolce

C’è un posto nella memoria dell’uomo, nel quale vengono depositati i ricordi, a volte basta un immagine, un profumo, un colore per far riaffiorare il ricordo nitido, ed assieme riaffiora anche la nostalgia, per il tempo perduto, passato, senza che noi ci accorgessimo di niente. Ed allora il ricordo è il profumo di lavanda  delle lenzuola di tela, il chiacchierio sommesso delle donne che impastano con mani sapienti, per creare delle pietanze di cui non si conoscono le origini. Il casatiello dolce è il retaggio di una tradizione contadina che ormai sta scomparendo.  

 

Nessuno più prepara questo dolce,  il casatiello è una preparazione rustica, è il dolce delle nostre nonne, si preparava per Pasqua, quando ancora non si conoscevano le moderne colombe, soffici, fragranti, ripiene di creme. Il casatiello è il dolce della pazienza, la lievitazione dura più di tre giorni. Nella nostra epoca, dove tutto scorre veloce, ci arrivano immagini di modi sconosciuti, dove non c’è tempo e pazienza di aspettare, la lenta lievitazione, che occorre a questo dolce, ci sembra impensabile.

 

 

Eppure è fissa nella mia memoria l’mmagine del “canisto” che nei giorni di Pasqua faceva bella mostra di sè sulla credenza di ogni casa, era un cesto di vimini, che conteneva tutti i prodotti tipici che si preparavano per questi giorni. Rappresentava la rinascita  della terra, la volontà dell’uomo di uscire dal freddo dell’inverno e di spalancare le  porte alla primavera, che portava nei campi lo sbocciare dei rami, il germogliare dei semi e quindi la maturazione  dei frutti in piena estate.

 

 

Ho iniziato la preparazione del casatiello il giovedi mattina, quando mi sono procurata dal mio panettiere il criscito, erano verso le nove del mattino, quando l’ho lavorato un poco e l’ho messo in una ciotola, a riposare. Verso le diciotto di pomeriggio, ho ripreso il criscito e ci ho aggiunto tre uova e ho lavorato con le fruste elettriche, fino a farlo diventare semiliquido. L’ho coperto con uno strofinaccio da cucina e lasciato a temperatura ambiente.

Era verso mezzogiorno del venerdì, ho  fatto una fontana sul tavolo da lavoro con un chilo di farina 00, 125 g di  burro morbido (si può utilizzare anche una buona sugna), 7 uova, 450 g di zucchero semolato, la buccia grattugiata di un limone e di una arancia, 2 buste di vanillina, e il criscito , ho iniziato ad impastare fino a formare un composto, che deve rimanere un poco appiccicoso. 

A questo punto, ho imburrato ed infarinato tre stampi da ciambella, uno grande e due piccoli. Ho diviso l’impasto in tre pezzi, li ho lavorati dando la forma rotonda e messo a lievitare negli stampi. Occorrono anche tre giorni per ottenere un buon risutato. Consiglio di coprire gli stampi con un plaid per tenere l’impasto caldo.

Arrivata la sera, del terzo giorno di lievitazione, ho battuto leggermente due albumi,a cui ho aggiunto tre cucchiai di zucchero a velo e con un cucchiaio ho versato sui dolci, a parte ho tritato 70 g di mandorle e le ho versate sui casatielli assieme a dello zucchero in granella. Questa è l’unica nota di modernità che ho dato ai casatielli, infatti assieme agli albumi prima si mettevano i confettini colorati. Ho cotto in forno a 200 g per 30 minuti, vale la prova dello stecchino, se la superfice colora troppo coprire con carta forno. Si conservano per molti giorni in buste di plastica per alimenti, e tagliati a fette si possono congelare.

16 Risposte a “Casatiello dolce”

  1. Ma brava che porti avanti le tradizioni e il tuo ricordo personale rende questo dolce ancora più speciale!
    un abbraccio!

  2. Carmen,
    io sono rimasta senza parole alla lettura di questo blog e non so cosa pensare…sarà senz’altro utile la terstimonianza di tuo figlio…speriamo bene e che si fermi!
    il casatiello dolce anche in me rievoca ricordi di nonne…
    ti abbraccio
    dida

  3. Ciao! questo dolce non lo abbiamo mai assaggiato..ma tanto sentito nominare. Sembra proprio buonissimo nella sua semplicità!
    un bacione

  4. ragazza, te sì che hai pazienza!!!!
    vedi, anche a livorno c’è il dolce tipico di pasqua (la schiacciata) e ci vogliono 3 giorni per farlo, ma io che non ho la tua pazienza ho optato per la ricetta semplificata!
    un abbraccio e buona pasqua!

  5. grazie mille per essere passata da me!!!
    amo moltissimo le ricette di un tempo, delle nostre nonne, delle nostre origini!!!!davvero tanti complimenti per far continuare a vivere tali meraviglie!!
    baci

  6. Peccato di non avere neanche la pazienza di aspettare 3 giorni… Per questo ammiro la tua passione per le tradizioni di un tempo… Non conoscevo nemmeno io il casatiello dolce.
    Buona Pasqua!

  7. Grazie per questo tuffo nel passato…per esserti ricordata di me..insomma grazie!
    I miei, o meglio le mie parenti, ( questo non erano sicuramente cose da..uomini….) lo facevano sempre per Pasqua
    ma intero senza buco…io a Pasqua non ci sono mai stata, ma lo rifacevano per noi anche a luglio ed io volevo assistere, già da piccola, a tutto il rito( perchè questo è) sebbene non mi abbiamo mai svegliata nel cuore della notte nonostante le mie insistenze…la chiamavano ‘a palomba’ …ne sento il profumo!!!
    Mi sto accingendo a preparare il castiello..salato quello del dopo digiuno..del sabato santo..è vero?
    e le pastiere per domani…speriamo bene!
    Ciao e buona Pasqua a te ed ai tuoi cari!

  8. Bellissimo anche il tuo casatiellodolce ,originale anche la tua variante per quanto riguarda la glassa. Riguardo le cartucce potrei segnalarti un negozietto della mia città,dove vendono prodotti x pasticceria,io sn Torre del Greco.Approfitto ank’io x farti gli auguri di buona Pasqua!

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