Un tipico piatto della tradizione natalizia napoletana e di tutta la provincia è la minestra maritata, si mangia il giorno di Santo Stefano per ripulirsi dai bagordi del cenone e del pranzo di Natale. A grandi linee è un brodo di carni miste tipo gallina, maiale, vitello. A parte si lessano le verdure scarolelle, cicorietta, borraggine, cavolo nero e verza e si aggiungono al brodo, che, poi viene arricchito con polpettine nel cui impasto sono stati aggiunti pinoli e uva passa, in questa minestra non può mancare la classica “nnoglia” una salsiccia semifresca fatta con parti di scarto del maiale abbastanza grassa. Il nome sembra derivi dal fatto che le carni e la verdura si “maritano” insieme per dar vita ad una minestra molto grassa, un tempo chiamato anche “o pignato grasso”, ed era un piatto di origini molto povero per il quale si utilizzavano parti di scarto delle carni e serviva per sfamare il popolino napoletano.
Anche Matilde Serao si è occupata di questa tradizione tutta partenopea, e nel 1903 scriveva: “la gente agiata, quella che può disporre di otto soldi al giorno, mangia dei grandi piatti di minestra verde: indivia, foglie di cavolo, cicoria o tutte queste erbe insieme. La cosidetta minestra maritata.”
Fino agli anni 50 nelle piccole taverne di Forcella si poteva ancora gustare la vera minestra maritata. Oggi viene preparata con parti di carne meno grasse, però tutti riconoscono la bontà di questo piatto, molto ricco, dalla preparazione laboriosa che si presenta sulle nostre tavole sia a Natale che a Pasqua.
La versione meno grassa di questa minestra viene detta zitella, fatta con solo brodo di gallina e qualche pezzettto di carne di vaccina, al quale si aggiungono una carota, una costa di sedano, qualche pomodorino del piennolo, una cipolla e del prezzemolo, quando la gallina è cotta cioè è ben tenera si filtra con il colabrodo.
A parte si lessano scarolelle, cicoria e borraggine, strizzate si aggiungono al brodo di gallina, nel frattempo si preparano le polpettine piccole quando un cecio, che si versano nel brodo lasciandole cuocere alcuni minuti.
La gallina va dissossata e la carne va aggiunta al brodo insieme a del formaggio grana grattugiato si aggiusta di sale e pepe e poi si spegne lasciando riposare per almeno una decina di minuti.
Ma che bella tradizione, Carmen! Veramente interessante. La racconto stasera a mio marito.
Grazie anche per il prezioso consiglio di lettura.
Mi fa tanto piacere rileggerti. Mi sa che in due abbiamo avuto un po’ di crisi da blog 🙂
A prestissimo!
Laura
… mio marito è rimasto estasiato!
Ti chiede cos’è il piennolo.
Mi fa’ piacere per la tua spiegazione, pensavo che la maritata avesse la verza e la zitella no’ , invece e’ questione di carni e grassi in piu’ aggiunti …ho capito bene ??Ciao Carmen ti auguro un felice fine d’anno ed un ‘altrettanto anno ancora migliore ti abbraccio Annamaria
BUON NATALE( in ritardo) e BUON al monemto non vado oltre per scaramanzia
grazie per l’idea…..le verdure lessate fatte
il brodo fatto
aggiungo polpettine e salsiccia
ma scusa sarebbe menestra maritata e menestra bizzoca? sbaglio?
Per Bosina:Piennolo è il “pendolo” napoletano.
Nella fattispcie ci si riferisce ai pomodorini del Piennolo del Vesuvio che sono una varietà pregiata che cresce nel Parco Nazionale del Vesuvio.
Auguri a tutte.
Auguri per il nuovo anno….che sia pieno di SALUTE gioia soldini e tutto ciò che desideri:-) un bacio
Annamaria